"Abbiamo imparato entrambi che per vivere insieme dobbiamo dirci molto meno di quanto ci nascondiamo"
Il Libro di Luglio:
Starnone D., Lacci, Einaudi
La nostra recensione
In un film di qualche anno fa, due ragazzi, fratello e sorella, seduti in auto fuori dal ristorante dove devono pranzare con i propri genitori, si trovano a commentare dei versi di una poesia, di cui non conosco l'autore.
"...li vedo in piedi davanti alle architetture formali dei loro college,...stanno per laurearsi, stanno per sposarsi, sono ragazzi, sono stupidi. Tutto ciò che sanno è che sono innocenti, non farebbero mai del male a nessuno. Voglio andare da loro e dire "Fermi! Non fatelo. Lei è la donna sbagliata, lui è l'uomo sbagliato. Farete cose che mai pensereste di poter fare, farete del male ai figli, soffrirete in modo inimmaginabile, vi augurerete di morire."
Ma non lo faccio... Dico, fate quello che dovete fare e io, poi, giudicherò!"
Starnone non è Gramellini, non cerca di alleggerire con aneddoti divertenti il dolore di Vanda e Aldo, nè quello dei figli che si trovano piccoli spettatori del dramma di mamma e papà.
Fin dall'inizio si capisce: Aldo è andato via di casa per andare a vivere con un'altra. Sua è la parte del carnefice. A Vanda, il ruolo della vittima. Ai figli, quello di spettatori e vittime insieme.
Chi scrive, disegna il dolore di tutti gli attori non schierandosi, ovviamente, ma sforzandosi ad andare oltre lo schianto che fa un matrimonio quando si rompe, entrando nei pensieri di Aldo, di Vanda, dei figli, nel protrarsi di una situazione familiare in cui tutto della loro vita viene messo in discussione.
Quando fondiamo una nuova famiglia e mettiamo al mondo dei figli, sappiamo quanto dobbiamo sacrificare di noi stessi?
Quasi mai. Generalmente siamo troppo giovani per saperlo. Lo capiamo strada facendo
Le recriminazioni fatte da entrambe le parti sui sacrifici e le rinunce fatti le abbiamo sentite decine di volte, dalle voci dei nostri amici che si sono separati.
Questo libro non ha la presunzione di proporre soluzioni, ma, volenti o nolenti, ci induce ad analizzare il nostro matrimonio.
Per questo lo proponiamo come Libroterapia...
La cronaca della fine di un amore è cosa già sentita, ma leggendo con una sana curiosità non faremo fatica a specchiarci, a volte in Aldo, a volte in Vanda, oppure, per chi si è trovato dall'altra parte della barricata, nei figli Anna e Sandro e magari riusciremo a correggere o a migliorare ciò che Vanda e Aldo non hanno affrontato per tempo.
Per il resto non preoccupatevi, non è un mattone indigeribile, anzi, il libro si legge tutto d'un fiato e non mancano certo le sorprese.
Il monologo di Anna, ormai adulta, verso la fine del racconto e le sue amare conclusioni valgono il libro stesso!
"...fate quello che dovete fare, e io poi giudicherò!"
Buona lettura,
Ric