Nella lingua inglese c’è un’espressione che mi piace molto: better the devil you know - è meglio il diavolo che conosci. Significa che certe volte preferiamo restare in una situazione negativa che però conosciamo molto bene piuttosto che rischiare di affrontare l’incertezza del cambiamento. Questa è la trappola della zona di comfort. Non è detto infatti che nella nostra zona di comfort ci stiamo davvero bene…
La vita comincia dove finisce la tua zona di comfort:Una classica citazione del mondo della crescita personale che forse avrai letto almeno una volta. E’ un modo efficace per dire che se vogliamo apprendere, migliorare e raggiungere degli obiettivi, dobbiamo necessariamente spingerci fuori dai nostri abituali confini e sopportare il disagio che ne consegue. Se invece stiamo sempre lì nel nostro, a fare le cose che ci riescono meglio, magari ci sentiamo sempre rilassati e a nostro agio, ma poi il rischio è di non fare passi avanti.Uscire dalla zona di comfort significa proprio questo: mettersi alla prova in situazioni che non conosciamo alla perfezione, che rappresentano una sfida, che non ci fanno stare del tutto tranquilli. Solo così si impara e si migliora.
Comfort zoneL’origine dell’espressione "comfort zone" non è molto chiara. Si tratta di un modo di dire abbastanza comune nella lingua inglese. Potrebbe essere stato utilizzato la prima volta per indicare quell’intervallo di temperatura - che è compreso tra i 19 e i 26 gradi - in cui generalmente le persone stanno bene, senza sentire né freddo né caldo.La definizione di comfort zone su Wikipedia è questa:una condizione mentale nella quale una persona prova un senso di familiarità, si sente a suo agio e nel pieno controllo della situazione, senza sperimentare alcuna forma di stress e ansia.
Insomma, tipicamente quando siamo seduti sul divano di casa a guardare la nostra serie Tv preferita!Ma anche se siamo in ufficio a svolgere del lavoro di routine. O se stiamo facendo la spesa al supermercato sotto casa.
Ora la domanda è: perché una persona dovrebbe desiderare di uscire dalla sua zona di comfort? Non stiamo forse bene facendo cose che ci mettono a nostro agio, senza stress, senza fretta, senza paura? Da un certo punto di vista senza dubbio si. Abbiamo bisogno di essere in quella zona per poterci rilassare e sentirci protetti e al sicuro.Il problema però è che mantenersi sempre entro i confini della nostra zona di comfort non è molto salutare se cominciamo a ragionare in termini di prestazioni, produttività e obiettivi da raggiungere.Per crescere, migliorare, imparare, raggiungere un obiettivo dobbiamo per forza uscire dalla nostra zona di comfort. La pretesa di muoverci sempre sopra un terreno stabile e ben battuto non ci porta lontano.Per uscire dalla zona di comfort è necessario accettare e fronteggiare il disagio. Dobbiamo stare scomodi, fare fatica, sperimentare un po’ di insicurezza e di ansia per potere passare al livello successivo.A volte possiamo sentirci nella nostra comfort zone con situazioni (o sentimenti) che ci fanno soffrire. Possiamo restare bloccati in situazioni che non ci piacciono solo perché ci sono familiari. Possiamo essere così abituati a provare preoccupazione o tristezza da sentirci a disagio con le emozioni positive. In tutti questi casi la zona di comfort si trasforma in una vera e propria gabbia. Ci tiene inchiodati lì, perché non troviamo il coraggio di affrontare l’insicurezza e l’ignoto….
Per oggi è tutto, speri che troviate spunti utili per riflettere e scintille che aumentino la consapevolezza di voi stessi.La prossima settimana, continueremo questo discorso, parlando proprio di Cambiamenti desiderati e di Soluzioni per realizzarli davvero!
E se anche voi, come molti, avete iniziato il nuovo anno, il nuovo mese, la nuova settimana con ottimi propositi che poi, però, ahimè non siete riusciti a portare avanti... allora non perdetevi la prossima Scintilla, perché parleremo proprio di voi!!Un abbraccio e alla prossima!!E se vi va di commentare, sarò felice di rispondere!!
di Arianna Murrone(Psicologa, Psicoterapeuta, Mediatore Familiare e Facilitatrice del Metodo "Tutta un’altra Vita")